A Verona, l’ipocrisia generale e le misure repressive non sono ancora riuscite a spegnere la voglia di costruire.
Costruire partendo dal basso, opponendosi agli schemi della prassi quotidiana, regolati e imposti dai ritmi frenetici e alienanti dell’attuale “liberaldemocrazia”.
La scelta di realizzare la sfilata si colloca nell’ottica di riappropriarsi temporaneamente delle strade, di una piazza.
Si vuole rimarcare l’esigenza di spazi di socialità a Verona
dove gruppi di culture indipendenti, che esistono e continuano a nascere, possano crescere e avere la possibilità di esprimersi, di lavorare e conoscersi, invece che venire schiacciati dal noioso bisogno di normalità, uniformità e normatività che le autorità veronesi richiedono.
Si verrà a creare una situazione composta da musica, socialità, libertà e autogestione dove a parlare sono quei linguaggi che vengono incompresi essendo considerati “fuori norma” poiché privi di codice a barre ed etichetta.
In questo modo cerchiamo di riconquistare almeno una piccola parte di ciò che ci spetta, lottando contro coloro che speculano in cima alla vetta.